21 Dicembre 2019 | Comunicazione
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Spesso le aziende affermano con statement graficamente suggestivi che “il personale è la risorsa più preziosa“.
A sostegno di questa “teoria”, si stagliano anni di ricerche e statistiche che dimostrano come il benessere emotivo dei collaboratori generi la maggioranza dei risultati aziendali, ad esempio:
Tuttavia, nel recente studio «Global State of Employee Engagement» condotto da Officevibe in un campione di 1.000 aziende di 157 paesi, emerge come l’8% dei collaboratori affermi di non aver mai ricevuto alcun tipo di elogio sul posto di lavoro, e il 63% lamenti una costante mancanza di riconoscimento per il lavoro svolto.
La pratica è quindi sovente distante dalle teorie esposte nei cartelloni della mensa aziendale e, per colmare il gap, molte società si ingegnano nell’elargire benefit sempre più non convenzionali, come pagare le vacanze, dare maggior spazio al lavoro da casa o distribuire bonus economici a fine anno.
Etimologicamente plurale di grazia, deriva dal latino gratia, con i suoi significati variegatissimi, fra i quali amicizia, favore, piacevolezza e leggiadria.
Pensiamo per un attimo al clima aziendale, al rapporto con i nostri collaboratori come ad un organismo unico: se ciò che comunemente ingeriamo come nutrimento influisce sul nostro benessere come individui, così la qualità, la cortesia e la precisione linguistica delle comunicazioni impattano sul benessere del gruppo di lavoro.
Immaginate di nutrire il rapporto con i colleghi con un flusso costante di preoccupazioni, invidie, risentimenti, autocritiche ed aggravare il tutto con una raffica di pettegolezzi; quale sarà il risultato?
Quasi un decennio di ricerche condotte dal Dr. Emmons dell’Università della California hanno scoperto che, per migliorare le relazioni all’interno di un gruppo, per stimolare la fiducia reciproca e per accrescere il senso di appartenenza, la gratitudine è un ingrediente fondamentale. Egli ha identificato ad esempio come le persone che si sono prese del tempo per esprimere gratitudine reciproca non solo si sono sentite più positive nei confronti dell’altro, ma si sono anche sentite maggiormente a proprio agio nell’esprimere preoccupazioni e nel verbalizzare il proprio punto di vista rispetto ad una controversia.
Come abbiamo visto nell’articolo “La chimica del buon manager aziendale”, più ci concentriamo sul negativo con parole e comportamenti, più il livello di stress individuale e del gruppo aumenta. La pratica della gratitudine consente d’invertire questo processo iniziando ad affermare le sfumature positive, la bontà ed il senso di cooperazione che proietteranno il gruppo di lavoro verso la sua trasformazione in squadra. Egli condivide: “Non puoi sentirti invidioso e grato allo stesso tempo. Sono sentimenti incompatibili. Le persone con alti livelli di gratitudine hanno bassi livelli di risentimento e invidia“. Quando prendiamo il tempo per concentrarci su ciò per cui siamo grati, scegliamo di nutrire le situazioni con emozioni positive, quindi prendiamo provvedimenti per coltivare la nostra salute e il benessere mentale nostro e di chi ci circonda.
I manager che ricordano di dire un genuino “grazie” alle persone che lavorano per loro possono scoprire che quei dipendenti si sentono motivati a lavorare di più, il collega che ringrazia un altro per aver fatto qualcosa di bello può rendersi conto di quanto bene può fare con una sola parola e la condivisione dell’autentica gratitudine reciproca inizia a creare una nuova identità di benessere aziendale, dove la responsabilità è di tutti e dove al centro vi è posto in modo etico l’essere umano, generatore unico di qualità relazionale e propulsore di un rinnovato benessere economico e sociale diffuso: l’essere umani.
Concludo citando una splendida definizione della parola grazie:
“Quando si pronuncia un grazie, davanti anche al gesto più minuto, perfino anche solo dinanzi all’intenzione, vi si appone un inestimabile marchio di valore, che nobilita oggetto e soggetto, un marchio intrecciato, complesso, consapevole – simbolo, segno e vessillo insieme di favore amicale, di bellezza e piacere, di gentile e autentica riconoscenza, insomma di quella gratitudine sentita che è propria di chi sa l’intima statura delle cose, l’altezza vertiginosa a cui quel valore, riconosciuto, si eleva.”*
In azienda, nelle relazioni, tra esseri umani un grande cambiamento è possibile,
anche un grazie alla volta.
Serene festività per coloro che le celebrano e buona giornata a tutti.
Michele
*Fonte: unaparolaalgiorno.it
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