24 Aprile 2020 | Comunicazione
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Tutto il mondo della comunicazione svolge, in questo momento di transizione, un ruolo molto delicato.
Durante i momenti di cambiamento, le parole del mainstream comunicativo dovrebbero rappresentare un punto di riferimento, un indicatore del sentimento collettivo e, soprattutto, dovrebbero stagliarsi come faro di sicurezza a conforto di un diffuso senso di smarrimento.
Questo sia per la funzione sociale che i media svolgono, sia per l’effetto che le parole generano nella biologia di ognuno di noi.
Parole positive, ad esempio “amore”, “cura” e “sostegno”, rafforzano le aree dei lobi frontali del nostro cervello, promuovendo il funzionamento cognitivo e supportando i centri motivazionali responsabili della resilienza, della creatività e del processo innovativo.
Al contrario, parole cariche di un significato negativo, come “guerra”, “crisi”, “disastro”, aumentano l’attività nella nostra amigdala, il centro di allerta del nostro cervello. Questa rilascia decine di sostanze che producono stress e neurotrasmettitori che a loro volta indeboliscono il funzionamento di alcune aree cognitive, soprattutto quelle dedicate alla logica, alla creatività, all’innovazione e al linguaggio.
Analizzando la comunicazione mainstream sotto questo punto di vista, vediamo chiaramente come sia diffusa una poca cura delle parole e una poca consapevolezza dei danni collaterali che il loro abuso possa scatenare. Di seguito alcuni recenti esempi tratti da testate giornalistiche nazionali:
Spontaneamente sorgono alcune riflessioni:
Sono tre gli aspetti dell’intelligenza linguistica che una comunicazione consapevole dovrebbe tener in considerazione in questo momento:
Empatia: quale impatto emotivo le mie parole possono avere nei miei interlocutori?
Leadership: quanto la mia comunicazione sta infondendo sicurezza in chi la riceve?
Responsabilità: quanto sono consapevole dei contenuti che divulgo e quanto sono coerente nella mia comunicazione?
Le parole che pronunciamo oggi qualificano il presente e stimolano il futuro: esse ci abilitano ad accedere al nostro patrimonio interiore e guidano le nostre azioni nel piantare i semi del domani.
Oggi possiamo scegliere di creare un futuro maggiormente rispettoso dei sentimenti di tutti, un mondo dove le parole tornino a risplendere del loro valore, e dove la consapevolezza della differenza tra quanto una parola possa fare del bene o del male rappresenti una delle guide valoriali di un nuovo rinascimento morale.
A noi la scelta.
Buona giornata,
Michele Prete
Fonti & bibliografia:
[1] https://www.sciencedirect.com/referencework/9780080970875
Words Can Change Your Brain: 12 Conversation Strategies to Build Trust, Resolve Conflict, and Increase Intimacy by Andrew Newberg (Author), Mark Robert Waldman (Author)
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