01 Giugno 2020 | Collaborazione
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Approdato al ruolo di “curator aquarum” nel 97 d.c. con poca esperienza nel settore e pochissima formazione a riguardo, Sesto Giulio Frontino accetta l’incarico di sovrintendere al mantenimento di una delle più grandi opere dell’antichità.
Oltre alla mappatura degli allacciamenti abusivi presenti sulla rete idrica, egli consegna all’Imperatore e alla storia quello che può esser definito come uno dei primi trattati di Project Management del passato.
Nel suo “De aquaeductu urbis Romae” egli descrive con chiarezza e sobrietà:
La grande innovazione di Frontino fu la creazione stessa di questo manuale: in un’epoca nella quale il trasferimento di conoscenze era raro ed elitario, la sua decisione di creare un testo che potesse essere utile ad altri nel suo incarico fu insolita e illuminante, e diede la possibilità alla città di Roma di utilizzare molti degli acquedotti antichi sino al 1600.
Egli può essere identificato come uno dei padri delle pratiche attuali di gestione dei progetti che mettono l’accento sui sistemi di formazione, condivisione e trasferimento della conoscenza creata, in modo che tutte le parti possano migliorare continuamente.
Un Project manager che ha scelto la sobrietà rispetto alla fama, e con a cuore la condivisione delle proprie conoscenze, al fine di far vivere la propria opera nei secoli.
Buona giornata,
Michele
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