26 Maggio 2018 | Leadership
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Di recente, leggendo l’articolo di leadership “Cosa distingue i CEO di Successo” di Harward Business Review Italia, ci sono venute in mente interessanti analogie con un famoso episodio della storia antica:
il protagonista è Gaio Giulio Cesare e siamo al termine delle Guerre Galliche (58 a.C. – 51 a.C.). All’epoca, oltre ad essere un famoso generale, Cesare era anche capo politico e rappresentante del partito dei populares (1)
Alla fine dell’autunno del 50 a.C., il Senato romano ordina a Cesare, che vittorioso stava rientrando dalla Gallia, di congedare il suo esercito e tornare a Roma disarmato. L’obiettivo è quello di indebolirlo, mettere fuori legge il suo partito e, di conseguenza, limitare drasticamente il potere della sua figura.
A questo punto il generale si trova di fronte ad un bivio:
obbedire al Senato romano, piegandosi ai suoi nemici e, di conseguenza, perdere gran parte del suo potere; probabilmenterischiare la vita, deludere i suoi soldati e mandare a monte un progetto politico già ben delineato nella sua mente e nel suo cuore;
oppure
disobbedire al Senato romano; attraversare il Rubicone in armi, dichiarare guerra alla sua stessa città e rischiare vita, reputazione e potere in una lotta fratricida che sarebbe costata la vita di tantissimi soldati e cittadini innocenti.
Cesare, alla testa del suo esercito, decide di attraversare il fiume nelle prime ore del 10 gennaio 49 a.C. . Addentrandosi in armi nel territorio di Roma, manifesta la sua ribellione allo stato romano e dà ufficialmente inizio alla Seconda Guerra Civile. Il conflitto si protrae per 5 lunghi anni ed il susseguirsi degli eventi portano alla caduta della Repubblica, all’assassinio di Cesare nel 44 a.C. ed alla successiva nascita dell’Impero Romano.
Il fiume rappresenta idealmente il limite decisionale, l’uscita totale dalla zona di confort; molti aspetti di questa vicenda si ritrovano quotidianamente nel mondo del Business odierno:
Ed infine:
Le caratteristiche del condottiero Romano ed i risultati dello studio decennale di HBR su un campione di oltre 17.000 dirigenti, mettono in luce quattro comportamenti specifici, comuni a tutti i leader che fanno registrare le migliori performances:
1. Sono decisi – meglio una decisone sbagliata che una non decisione. Nel caso di Cesare, una situazione di impasse avrebbe decretato la sua fine sia politica che militare
2. Lavorano per essere influenti – come il dittatore Romano impostò la sua strategia sul dare valore al disegno politico e sociale che lo guidava, e sulla sua abilità di condividerlo; così i Leader moderni creano valore per gli stakeholders aggregando ed amalgamando le priorità
3. Sono pro-attivi nell’adattarsi e, come ci insegna l’episodio del Rubicone, sanno trovare il punto di forza in ogni situazione di difficoltà, voltando a proprio favore le circostanze e contribuendo attivamente a costruire il successo comune
4. Sono affidabili nei risultati, tenendo fede agli impegni presi. La coerenza è la prima virtù trainante di un leader e Cesare ce lo insegna molto bene: si assume la responsabilità di una scelta senza ritorno e lancia un dado che contribuirà in modo determinante alla nascita del futuro Impero Romano.
E tu cosa ne pensi?
Quante di queste caratteristiche senti tue come leader di oggi?
“Alea iacta est”
Buona giornata,
Michele Prete
1 – I Populares furono una delle factiones (“partiti” in senso lato) che nella vita politica della Repubblica romana sosteneva le istanze del popolo, costituendo per così dire la “base” dell’autorità dei Tribuni della Plebe, la magistratura che rappresentava gli interessi dei ceti popolari di Roma. (Wikipedia)
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