09 Agosto 2018 | Leadership
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I dipendenti sono attratti dalla tua azienda, dai vantaggi, dalla cultura e dalla reputazione che essa può loro offrire. Che ci rimangano o meno, è invece responsabilità della leadership interna.
Lavoro da anni con le aziende e i loro leader per aiutarli a diventare più efficaci e, una cosa che ho appreso da queste esperienze, è che ci sono essenzialmente due tipologie di leader.
L’ego leader ha delle convinzioni limitanti sulle persone della sua squadra e cerca costantemente di impedire a quelle persone di ostacolare la sua scalata al successo personale.
Conosce il lavoro di tutti, non ha interesse a sviluppare la squadra poiché non starà con loro per molto tempo; non si fida di nessuno e le sue comunicazioni sono ridotte allo stretto indispensabile poiché pensa che tutti sparlino alle spalle e complottino. Con questo tipo di comportamento, basato sul terrore, egli potrà avere successo per un breve periodo. A lungo termine questo modo di fare eroderà la fiducia delle persone che non crederanno più che egli stia lavorando per loro. Senza la fiducia del Team, nessun successo duraturo sarà quindi possibile. L’ego preponderante impedirà ogni giorno di vedere il potenziale altrui e d’iniziare a valorizzarlo.
Il servant leader, al contrario, si prodiga nel rimuovere gli ostacoli che impediscono il corretto lavoro del suo team. Sviluppa la sua squadra creando un clima di fiducia e rispetto, dove tutti sono portati a dare il massimo non perché devono, ma perché vogliono. Questo genera un’energia positiva della quale beneficia tutto l’ambiente di lavoro, soprattutto il cliente finale dell’azienda.
Il principio cardine che traina il servant leader è credere che le persone del suo team abbiano tutte le potenzialità per fare il loro lavoro al meglio e che egli, come loro punto di riferimento, abbia il compito di guidarli essendo l’esempio di ciò che vuole da loro ricevere: se vuole ascolto deve esser ascolto, se vuole collaborazione deve esser collaborazione, se vuole fiducia deve essere fiducia. Questo crea una forte motivazione, un costante spirito di squadra e una sana competizione in ottica di raggiungimento dei risultati.
Riassumendo:
La maggior parte delle persone che si considerano servant leader investono moltissimo tempo a pensare a come aiutare il proprio team. Questi leader vogliono fare la differenza nelle loro organizzazioni e nella vita dei loro colleghi. Credono che, se dimostrano di avere a cuore le loro persone, a sua volta esse praticheranno quella stessa filosofia con i clienti, il che porterà non solo a grandi relazioni ma anche a molteplici successi organizzativi.
Come tutti gli altri, tuttavia, anche il servant leader più benintenzionato lotta con il proprio ego. Esso si insinua quando meno se lo aspetta e si manifesta essenzialmente in due modi:
Anche gli ego leader dominati dal falso orgoglio mancano di autostima, contrariamente a quanto può sembrare. Essi agiscono come se pensassero di valere più degli altri, ma in realtà si stanno sovra compensando per la loro insoddisfazione con se stessi, cercando di controllare tutto ciò che li circonda. Insistono che hanno ragione quando tutti sanno che hanno torto. Sostengono i loro capi a spese del loro team perché vogliono salire la scala aziendale.
Entrambi questi tipi di manager hanno un’afflizione egoista che erode la loro efficacia come leader. Fortunatamente, ci sono antidoti per queste condizioni.
L’antidoto al falso orgoglio è l’umiltà. Si dice spesso che le persone con umiltà “non pensano meno a se stesse; pensano a se stessi di meno“. La vera servant leadership è caratterizzata da una natura umile, e i leader che sono disposti e in grado di mostrare il loro lato vulnerabile, otterranno il meglio dai loro collaboratori.
L’antidoto per la paura e l’insicurezza è l’amore. Spesso chiedo ai genitori: “Ami i tuoi figli?” Sì, certo, dicono. “Questo amore per i tuoi figli dipende completamente dal loro successo?” Certo che no – adorano i loro figli incondizionatamente.
E che cosa accadrebbe se tu iniziassi a provare questo amore incondizionato per te stesso? Quando ti basi sull’idea che la tua autostima è la somma della tua performance e dell’opinione degli altri, essa sarà in bilico ogni giorno.
Tutti scivolano di tanto in tanto.
Possiedi tutto l’amore di cui hai bisogno. Tutto ciò che devi fare è aprirti ad esso.
La servant leadership non è quindi solo un’altra tecnica di gestione, è un vero e proprio modo di vivere. Sviluppare ciò è un viaggio che dura tutta la vita. È mia convinzione che alla fine diventi un adulto quando ti rendi conto che la vita riguarda ciò che dai piuttosto che ciò che ottieni. Il passaggio dalla leadership egoistica alla leadership che serve gli altri è motivato esclusivamente da un cambiamento di cuore.
Essenzialmente devi imparare a voltare le spalle alla folla, per dirigere bene la tua orchestra.
Buona giornata,
Michele Prete
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